Fabrizio Castori: "La mia ricchezza è stata la povertà"
" Mio nonno era un trovatello e al convento gli diedero il cognome Castori. Poi ha avuto sei figli, tra cui anche il mio babbo. La mia ricchezza è stata la povertà. Babbo ha fatto l’operaio, mamma la sarta. Facevano i sacrifici e non ci hanno mai fatto mancare nulla. Io mi sono sposato a vent’anni, avevo già una figlia piccola e questo ha cambiato un po’ tutto. Prima il calcio era il secondo lavoro, il primo era commerciare nella pelletteria. Poi vincevo i campionati ed è stata decisiva mia moglie, che mi ha convinto a fare solo l'allenatore. Al Lanciano nel 1998, eravamo in Interregionale e avevo tre figli piccoli, una follia. Mi voleva il Cesena che mi offriva il doppio, ma io avevo dato la mia parola al presidente del Lanciano : in quel momento aveva un tumore , si chiamava Angelucci ". E in 3 anni li porta dalla serie D alla C1 . "Al Cesena sono andato dopo.
E lì ho avuto il portiere Viviano, Rinaudo, Pulzetti, Pestrin , Ferreira Pinto, Papa Waigo, Ciaramitaro, Pellè, Pozzi . Ho fatto degli errori , ma non mi sono sentito sconfitto : dalle esperienze negative bisogna ripartire e io non mi sono mai arreso". Un giorno va al piccolo Carpi , settantamila abitanti e della sua squadra parleranno il Times , Al Jazeera:
"Mi hanno definito il becchino del tiki taka. Al Carpi eravamo primi in classifica, primi per tiri in porta e ultimi per possesso palla. Avevamo tre attaccanti che sono andati in Nazionale : Verdi, Lasagna e Inglese".
Fanno 3 gol a Bologna e Brescia, 4 a Perugia e Varese, 5 a Pescara e Cittadella. Se ne vanno in serie A con 80 punti e lì con lui si sarebbero anche salvati. Si sarebbe salvato anche il suo Trapani annata 2019-'20 : lui arriva nelle sabbie mobili e totalizza 33 punti in 22 partite, valorizzando giovani che si chiamano Carnesecchi, Buongiorno, Colpani. Retrocede solo a causa dei 2 punti di penalizzazione. Si sarebbe salvato anche col Perugia 2022-'23 . Nel frattempo riporta la Salernitana in A dopo una ventina d'anni e d'estate gli smantellano la squadra (causa la fine dei prestiti di provenienza Lazio).
Quando arrivano Ederson, Fazio, Bohinen, Mazzocchi, Radovanovic e qualche altro, l'hanno già cacciato via : " Mi piace lavorare sulle ripartenze, il calcio in verticale perchè il campo è più lungo che largo . In Italia abbiamo pagato la moda di copiare il calcio spagnolo . A me non piace il palleggio, ma finché si gioca così, io alleno . Non mi piace fare il professore. Sono me stesso, so di avere un'idea di calcio ben definita e questo non è poco . Il calcio non lo ha inventato nessuno. Io seguo un mio credo, l’ho fatto da autodidatta, portando correzioni di volta in volta. Per fare l’allenatore serve immediatezza, perché prendi delle decisioni in tempi brevissimi. E io non sono un riflessivo, ma un tipo pratico .
Forse un mezzo matto . Non mi piacciono gli apatici e non li faccio neanche giocare . E ho sempre fatto io la preparazione atletica per le mie squadre. L’ho studiata , ho scritto dispense e ho tutto raccolto : lo tengo per me perché non voglio spettacolarizzare. Voglio gente che ha fame, che si identifichi in un concetto di squadra . In allenamento una volta uno mi dice: 'Mister, lavoriamo troppo, sono stanco'. 'Dai tutto che domenica ti faccio riposare' . L'ho lasciato fuori ".
Lui è Fabrizio Castori , 10 promozioni in carriera .
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(fonte: Il Foglio - sito del Perugia)