De Biasi assolve Gravina: "Qual è la sua colpa, quella di aver vinto gli Europei?"
La pessima prova dell'Italia agli Europei sta scatenando polemiche a non finire, e da più parti avanza la richiesta che Gravina faccia un passo indietro, seguito possibilmente anche da Spalletti. Il tecnico di Certaldo è stato invece confermato, e per la massima carica della FIGC bisognerà aspettare l'assemblea elettiva del prossimo 4 novembre.
Nel frattempo l'allenatore Gianni De Biasi ha rilasciato la sua opinione ai microfoni di Minuto71 in onda su Elleradio:“ Si sta parlando tanto di Gravina ma non ho capito qual è il capo di imputazione, forse quello di aver vinto gli Europei tre anni fa? In Italia la critica è lo sport nazionale, quelli che stanno fuori sembrano sempre più bravi di quelli che stanno dentro, ma quando li metti alla prova non è così. Per me Gravina è uno dei dirigenti migliori presenti nel calcio. Lo conosco da un'infinità di tempo e posso dirvi che lui conosce il calcio.
E per quanto riguarda la guida della nazionale, De Biasi viaggia sulla stessa linea:"Spalletti è un uomo intelligente e capace, siamo riusciti a mettere in discussione anche lui. Cosa vuol dire che non è da Nazionale? Il calcio è uguale sempre, anche se lì si ha meno tempo per prepararsi. Alla fine vince chi ha i bravi giocatori".
L'ex ct dell'Albania commenta poi il nuovo corso tecnico intrapreso dalla Lazio: “La scelta dell'allenatore mi sembra ottima, Baroni persona seria. Credo che si sia meritato questa panchina che è sicuramente prestigiosa per lui. Con la contestazione non sarà facile ma Lotito sta facendo di tutto per far crescere la Lazio e il percorso è stato di livello. Noslin e Tchaouna sono di qualità ma bisognerà vederli in un altro ambiente, l'ex Verona ritrova il suo allenatore e può essere un vantaggio. Non critichiamo prima della fine del calciomercato, magari la società ha qualcosa da dire ancora”.
Infine una disanima sulle nuove tendenze, il campionato ed il proprio futuro: "Il calcio va avanti e bisogna aggiornarci, giocare con la palla anche da dietro è fondamentale. Poi la qualità fa la differenza. In Serie A l'Inter rimane la squadra da battere, ma siamo ancora all'inizio di luglio, aspettiamo prima di dare giudizi. Io aspetto ancora una chiamata ma in Italia non torno più dal 2010. Sono in cerca di un progetto dove l'allenatore è centrale e in Italia non è così”.