22 aprile 1990, la Fatal Verona, parte seconda. Lo Bello espelle tre giocatori del Milan
Si dice che il sequel di una storia sia solitamente meno avvincente dell'originale. Però la Fatal Verona del 1990 racchiuse un sacco di situazioni deflagranti, da romanzo. Qualche settimana prima c'era stato l'episodio della monetina capitato ad Alemao, a Bergamo, che portò il Napoli a una vittoria a tavolino modificando lo 0-0 maturato sul campo. L'arbitro era Rosario Lo Bello e lo stadio il Bentegodi, proprio come nel 1973, quando il Milan perse lo Scudetto all'ultima giornata.
Tre giocatori espulsi in dieci minuti, più Arrigo Sacchi. Questa la colpa della giacchetta nera che non arbitrò più il Milan dopo quel giorno. I rossoneri andarono in vantaggio con Marco Simone, ma il primo rosso fu sventolato proprio al tecnico, con il pareggio di Sotomayor che arriva poco più tardi. Dopo un fallo a metà campo, fischiato contro Van Basten, incomincia il qui pro quo: l'olandese viene espulso e getta la maglia a terra perché poco prima non era stato ravvisato un rigore nei suoi confronti, un episodio controverso come quello precedente su Massaro. Poco dopo è Rijkaard a prendersela con Lo Bello, con degli improperi - e due sputi, ricorda l'arbitro, nella sua direzione - per un episodio che poi successe anche con Voller.
In nove il Milan cerca di trovare il vantaggio, visto che la classifica lo vede appaiato a quota 47 con il Napoli. Così, con un pallonetto, Pellegrini riesce a bucare Pazzagli per il definitivo 1-2, nel punteggio, ma non nei rossi: Costacurta dà del disonesto alla terna arbitrale e finisce anche lui sotto la doccia. Il Milan perde lo Scudetto nella Fatal Verona, Berlusconi parla di sentenza esemplare (quella dello 0-2 a tavolino di Alemao) e di arbitraggio esemplare, quello di Lo Bello.