UEFA di gattopardesca memoria, cambiare tutto per non cambiare nulla
Probabilmente sarebbe stato meglio farla rigiocare, con una penalizzazione piccola in classifica (un punto per ciascuno) e con multa a entrambe le Federazioni. Invece Serbia-Albania di una settimana e mezza fa vive il suo ennesimo capitolo, quello delle sanzioni disciplinari, che colpisce sorda da una parte e dall'altra, non salomonicamente ma gattopardescamente. Tre punti alla Serbia, con il 3-0 a tavolino, mentre qualche giocatore albanese avrebbe sperato di vincere, quella partita. D'altro canto è vero che il drone era della Grande Albania, ma è altrettanto innegabile che il rischio di essere linciati nello stadio del Partizan è stato parecchio alto, e che solo il cordone della Polizia - comunque fallace, visto che Bogdanov era in campo - è riuscito a limitare i danni.
Fin qui sarebbe una presa di posizione forte, se non fosse che, per dare un colpo al cerchio e uno alla botte, la Serbia viene penalizzata di tre punti.
Risultato: come se Albania e Serbia non si fosse mai giocata, come se i quarantaequalcosa minuti fossero solamente qualcosa da cancellare, come se nessuno meritasse - per motivi prettamente politici, e la colpa non è certo dei calciatori - nemmeno un punto.
Il motto di Tomasi da Lampedusa, cambiare tutto per non cambiare nulla, in questo caso è davvero rispettato in pieno. Impossiible non dare le attenuanti, almeno generiche, a una nazionale - l'Albania - che ha rischiato di finire in un grosso guaio. E rigiocandola (meglio se a porte chiuse) ci sarebbe stata quella giustizia che, in questo caso, sa solo di punizione. Perché le due Federazioni, politicamente, non incidono sull'opinione pubblica.