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Petrachi: "De Rossi predestinato, Friedkin lungimiranti. Torino? Vale il Bologna"

Esclusiva TMW
di Ludovico Mauro
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“De Rossi è un predestinato. Ha capacità, grande voglia e passione. E soprattutto è coerente, e nel calcio la coerenza paga. Ha le proprie idee, sta cercando di prendersi la sua identità con grande spirito di sacrificio. Già nell’immediato ha fatto cose importanti, ma potrà avere in futuro il proprio marchio di fabbrica, lo sta costruendo. I Friedkin hanno fatto una scelta lungimirante, De Rossi si prenderà grandi soddisfazioni”. Una Roma analizzata così da Gianluca Petrachi, ex direttore sportivo giallorosso e del Torino, in esclusiva a Tuttomercatoweb.com.

Quasi dieci anni da ds di granata, con tanti giocatori in mostra. Eppure per molti, Ventura in primis, questo è il Toro più forte dell'era Cairo.
“Io onestamente non lo so se è il Torino più forte di questi anni... però sicuramente non tutti hanno Sanabria e Zapata davanti, Vlasic salta l’uomo e fa la differenza. Ricci è un ottimo giocatore, gli altri non li vedo ancora pronti al grande salto. Ci sono giovani interessanti ma dai quali si aspetta una conferma, come Ilic, che deve dare ancora il meglio di sé. Bellanova ha trovato la sua dimensione ed è cresciuto moltissimo, ragiona di più. Dietro l’assenza di Schuurs ha pesato molto. Io credo che Juric, conoscendo l’ambiente, abbia fatto tanto. Ha cercato di costruire qualcosa, poi non tutto si riesce ad incastrare. Ma se pensiamo agli ultimi campionati del Torino prima di Juric, onestamente, bisogna anche dire che Juric non ha mai rischiato di essere invischiato nella retrocessione. Ha sempre navigato a sinistra in classifica, per cui il Toro aveva preso una certa rotta. Chiaramente gli investimenti sono stati fatti da parte di Cairo, ma va visto se hanno fruttato”.

Quindi il giudizio sull'operato di Juric, dal suo punto di vista, è positivo.
“Sicuramente potrebbe fare molto di più, non c’è ombra di dubbio. Perché ripeto, qualcuno non ha ancora espresso il suo potenziale. Poi c’è stato qualche infortunio, e qualcuno che ha reso meno. Ma alla fine, è il gruppo a determinare. Forse è mancato quello step per inserirsi in un contesto importante, il crederci totalmente. Onestamente, per esempio, Torino e Bologna se la giocano come organico. Eppure il Bologna ha fatto cose più importanti, ma se analizziamo giocatore per giocatore il gruppo del Bologna è come quello del Toro, magari ci ha creduto di più mentalmente. Perché al Bologna nessuno chiedeva nulla, erano più sgombri di testa. Torino invece è una piazza dove si avverte la pressione, e si aspettano da anni di tornare in Europa. Questa situazione mentale secondo me ha inciso”.

Una delle panchine che dovrebbe cambiare l'anno prossimo è quella del Milan. Dopo tanti nomi, chi vedrebbe meglio?
"Bisogna capire i programmi, andare a fondo. Il Milan cosa vuol fare? Vuole vincere? Allora gli serve un vincente, uno che abbia già vinto. Vuole valorizzare i giovani? Creare un gruppo sostenibile? Allora può andare anche un profilo diverso, che coniughi la crescita dei giovani a dei campionati importanti. Sono due cose diverse. Va capito cosa pretende il club".

Che stagione è stata quella dei rossoneri?
"Pioli a livello europeo ha fatto meno di ciò che ci si aspettava. Ma sulla forza del campionato, l’Inter ha meritato lo scudetto. Se non l’ha vinto due anni fa, proprio quando lo ha vinto il Milan, è perché aveva dei demeriti. Negli ultimi tre anni è sempre stata l’Inter la più forte a livello di rosa, nei 22-23 giocatori. Sono tutti titolari, è una squadra che può vincere qualsiasi tipo di competizione".

Invece riguardo alla stagione della Juventus?
"Sono tre anni che dicono che Allegri deve andare via, e alla fine sta rispettando il proprio contratto. Io penso che rimanga anche quest’anno, perché ha un contratto importante e oneroso. Per andar via uno o rinuncia ai soldi o gli fanno un incentivo all’esodo. Non so che programmi ha la Juve, ma c’è un allenatore che viaggia a più di sette milioni netti l’anno. A meno che Allegri non abbia pronta un’altra squadra di caratura internazionale che gli dia quell’ingaggio, faccio fatica a pensare che la Juve lo mandi via, pagando un altro allenatore che alla fine non guadagna poco, perché alla fine non prendono uno qualunque. Quindi non credo che Allegri vada via".

Lei tempo fa disse che ripartirebbe volentieri da Napoli. Ma non si vive un gran momento all'ombra del Vesuvio...
“Il primo ad ammettere che è stata fatta confusione è stato De Laurentiis, che per sua stessa ammissione ha detto che qualcosa non è andato bene, si è assunto le responsabilità. Ora sta cercando di sistemare le cose, non so con quali criteri andrà a fare certi tipi di interventi. Ma mi auguro per i tifosi del Napoli che possa tornare a splendere la luce. Perché dopo tanti anni di sofferenza avevano vinto uno scudetto meritatamente, passare una stagione così nell’anonimato fa male. Perché ci si è abituati a certi tipi di discorsi, uno può anche non competere per lo scudetto, ma nella qualificazione alla Champions il Napoli ci dovrebbe arrivare, per organico e caratura. Non so con che criteri agiranno, ma la cosa da non ripetere è ciò che è stato fatto quest’anno”.

Direttore, ci sono state tante voci sul suo futuro. Si è parlato di Como, Sampdoria... qual è il suo destino? Ci sono stati contatti?
“Sì, ci sono stati dei colloqui. Ma a volte non si incastrano certe dinamiche. Io ho ancora tanta passione e fuoco dentro, ma bisogna sposare certe idee. Oggi il ruolo del direttore sportivo è molto particolare, per me deve incidere sull’area tecnica e prendersi delle responsabilità. Ma alla fine deve avere forza decisionale, se questa non c’è, diventa un problema. In alcune società non ho trovato questo tipo di predisposizione e non mi sono accordato, ma per motivi di lavoro e obiettivi, non economici”.

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