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La scacchiera perfetta dell'Atletico distrugge il sextete di Ancelotti

di Alberto Forestieri
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Mercoledì scorso Raul Garcia aveva restituito, seppur in un contesto diverso da quello di Lisbona, il favore a Sergio Ramos, realizzando in extremis il gol dell'1-1. Un pareggio che non ha particolarmente sbilanciato il pronostico a favore dell'Atletico, ma di fatto ha permesso a Simeone di preparare la partita alla sua maniera. I giocatori lo hanno seguito alla lettera: primo affondo dopo dieci secondi, gol dopo due minuti, intensità, sofferenza, ripartenze, sprazzi di qualità e Supercoppa 2014 pronta da esporre in bacheca. Avevamo presentato questa sfida come quella dai tanti volti nuovi ed in effetti così è stato, ma con una differenza sostanziale. I mirati innesti estivi dell'Atletico sono andati ad inserirsi in un contesto di squadra già rodato, con un'identità ben precisa ed una tattica che non lascia nulla al caso. Il Real ha arricchito la propria rosa con dei campioni assoluti, ma in maniera meno oculata e le scomode situazioni di Khedira e, soprattutto, di Angel Di Maria non stanno certamente giovando all'armonia del gruppo. Ancelotti, fra i migliori allenatori del panorama mondiale, è il tecnico ideale per gestire e migliorare situazioni del genere e, aldilà della sconfitta di questa sera, è pronto ad avviare il suo Real verso la rotta ideale per una nuova stagione di successi.

Ma di fronte alla perfezione tattica dei Colchoneros non c'è stato nulla da fare. Non deve ingannare il fatto che il possesso palla sia stato, nell'arco delle due gare, esageratamente a favore dei Blancos. La chiave di lettura è stata piuttosto chiara: catenaccio e ripartenze. Ma non il solito catenaccio, perché quando hai a disposizione una squadra atleticamente straripante e giocatori come Gabi, Raul Garcia, Tiago, Koke, in grado di sacrificarsi in difesa per poi ripartire con veloci passaggi rasoterra, diventa molto relativo parlare di catenaccio. All'andata è arrivato quel pizzico di fortuna che a Lisbona non c'era stata, mentre ieri sera la prestazione ha sfiorato la perfezione.

Ancelotti, alla vigilia, aveva individuato nella velocità di manovra e nell'intensità i due punti cruciali per mettere in difficoltà gli avversari. I giocatori hanno interpretato parzialmente le sue richieste. Modric e Xabi Alonso non sono riusciti a velocizzare il gioco, mentre Kroos è apparso un pesce fuor d'acqua. Ancora peggio si sono comportati Benzema e Ramos. Il francese è stato letteralmente annullato da Miranda, mentre lo spagnolo non è riuscito a prendere in mano le chiavi della difesa, commettendo errori inaccettabili per uno della sua esperienza. Nei primi 45' ci hanno provato Bale, Carvajal e, soprattutto, James a tenere in piedi la squadra. Le buone occasioni ci sono state, ma il gol non è arrivato. Nella ripresa il tecnico ha giocato la carta CR7, non al meglio, al posto di Kroos, ma la scelta non ha pagato. Così come non ha pagato quella di Isco al posto di James, fra i più vivaci nella prima frazione. Anche il terzo cambio, Marcelo per Coentrao, non ha alzato il livello di gioco. Nessun forcing finale e coppa sfumata. E con essa Ancelotti vede sfumare anche il sextete, ovvero la possibilità di vincere sei competizioni ufficiali nello stesso anno solare. Questi 180' non sono stati altro che un succulento antipasto di una stagione spagnola che si preannuncia scoppiettante.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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