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Aggressione Taranto, presidente Zelatore: "Delusi e mortificati ma...".

di Redazione TuttoPotenza
per Tuttopotenza.com

Elisabetta Zelatore fa sentire la propria voce. La presidentessa del Taranto con una nota ufficiale ha voluto esprimere il suo pensiero circa gli incresciosi ed ultimi avvenimenti che hanno visto suo malgrado protagonisti i calciatori ionici vittime di una vile aggressione.

Alla luce degli ultimi spiacevoli eventi ci corre l’obbligo di fare alcune precisazioni.

L’attuale proprietà della Società Taranto FC 1927, da circa due anni si è fatta carico della gestione del calcio a Taranto, profondendo impegno, lavoro e risorse economiche.
Attraverso la sua azione ha raggiunto in un anno un obiettivo storico, ossia il ritorno della squadra della città in Lega Pro anche se attraverso il ripescaggio, strumento, peraltro, oneroso.
La proprietà ha, sinora, garantito una gestione societaria tesa al rispetto degli impegni economici e non, richiesti prima dalla LND ed attualmente dalla Lega Pro; non solo, il Taranto è tra le poche società di tutta la lega pro che ha, sinora, provveduto mensilmente e regolarmente – così come era previsto dal nuovo regolamento – a pagare le spettanze economiche e contributive ai propri tesserati e dipendenti.
Parallelamente in questi due anni l’azione della Società è stata oggetto di attacchi gratuiti, critiche aprioristiche (le critiche sono sempre gradite purché non distruttive), letture strumentali e amene considerazioni sulla capacità di gestione, opportunisticamente ritenuta, da alcuni insufficiente ed ingenua.
Tale situazione ha raggiungo il diapason nella lettura degli eventi di mercoledì 22 marzo 2017 allorquando l’aggressione subita da alcuni tesserati del club durante la seduta di allenamento – episodio assolutamente condannabile e già tempestivamente condannato dalla società – è stata strumentalmente collegata palesemente o subliminalmente, ad un comunicato emesso dalla predetta società dopo le brutte prestazioni della squadra in occasione delle sconfitte subite ad opera prima dell’Akragas e poi del Messina.

Dispiace constatare che in tale contesto, probabilmente condizionato dalla comprensibile emotività suscitata dall’ennesimo evento violento (dopo Ancona, Messina, Matera, Catanzaro etc.), anche alcuni rappresentanti istituzionali – quale il presidente della lega pro gravina- abbiano usato espressioni poco gradevoli, ingiustificate e frettolose. Tale collegamento improprio e fantasioso ha innescato un meccanismo tale per cui in poche ore è stato semplice per molti dare lettura di quanto è avvenuto, quale conseguenza del comunicato di domenica della Società.
Di fronte ad episodi di inaudita ed inaccettabile violenza come quelli accaduti il 21 marzo all’interno dello stadio “Erasmo Iacovone” è davvero avvilente dover constatare che una parte significativa di pseudo operatori del settore, invece di limitarsi ad esprimere una ferma condanna di tali atti e la propria incondizionata solidarietà sia nei confronti delle vittime di questa indegna aggressione che della Taranto F.C. 1927 – che in questa vicenda è parte lesa insieme all’ intera città di Taranto – approfitti (anche) di tali eventi per rivolgere vergognosi attacchi nei confronti di coloro i quali rappresentano tale società sportiva, e tanto al solo fine di destabilizzare l’ambiente e screditare la reputazione di persone che hanno la sola “colpa” di compiere enormi sacrifici per portare avanti, spesso nell’indifferenza generale, il proprio progetto sportivo.
Ci rivolgiamo, in particolare, a tutti i professionisti delle chiacchiere, alle mamme sempre incinta dei vari soloni della comunicazione, a tutte quelle persone che si arricchiscono grazie ai sacrifici di tantissimi presidenti e soci di sodalizi sportivi.
A “lor signori” ricordiamo che un comunicato ufficiale diramato da una società per esprimere il proprio disappunto per lo scarso rendimento dimostrato dai propri dipendenti e per spronarli ad un “riscatto finalizzato al raggiungimento dell’obiettivo della permanenza in lega pro” non soltanto è del tutto legittimo, ma in certi casi è persino doveroso.

Ciò che, invece, non è assolutamente tollerabile è affermare, peraltro ex post, che un simile comunicato “ha fatto violenza almeno come e quanto trenta signori incappucciati che hanno aggredito Maurantonio, Stendardo e Altobello”.

Ed infatti, chi esprime legittimamente il proprio pensiero non può essere impunemente accusato di istigare la violenza, tanto più quando tale diritto venga esercitato, come nel caso di specie, da una Società e da persone di specchiatissima condotta.
Ci permettiamo di ricordare ai vari Pedullà di turno che la violenza non è mai consentita in una società civile e che alle affermazioni non condivise si può reagire solo con la critica e, ove occorra, con le cause in tribunale.
Come quelle che la scrivente società provvederà ad intentare nei confronti di tutti coloro che hanno espresso (o esprimeranno in futuro) gratuite e gravissime accuse come quelle innanzi trascritte.
Ciò detto, i soci di maggioranza al 93% del Taranto FC 1927 ed ossia Elisabetta Zelatore e Antonio Bongiovanni comunicano la loro decisione di voler valutare e riconsiderare a fine campionato il futuro impegno nella società e a favore del calcio a Taranto.
Contestualmente e responsabilmente confermano l’impegno a garantire la gestione ordinaria della Società sino all’ultima partita della stagione nonché il massimo impegno affinché la squadra raggiunga sul campo la permanenza in Lega Pro.

Siamo delusi, ingiustamente mortificati, ma fortemente motivati.

Grazie per tutte le attestazioni di stima e di solidarietà rinvenuteci ed un grazie a tutti i tifosi veri del Taranto


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