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E' un Milan formato Top Gun. Loca, una maturazione che impressiona. La Juve battuta da una squadra costruita con 2/3 di Higuain. Gigio, il prototipo del presente e del futuro

di Pietro Mazzara
per Milannews.it
Pietro Mazzara
Pietro Mazzara

È un Milan formato Top Gun quello che plana, in maniera importante, sulla storia di questo campionato. La squadra di Vincenzo Montella è riuscita, con grande cinismo, forza di volontà e organizzazione, a inanellare sei risultati utili consecutivi, issandosi così al secondo posto in classifica. C’è aria d’Europa lassù, a due punti dai bianconeri, ma ha ragione il mister a dire che la gara di domani contro il Genoa sarà fondamentale per avere, a 72 ore di distanza, ulteriori conferme su ciò che questo Milan sta diventando. Di certo c’è che il gruppo è forte, unito e tutti, dai titolarissimi alle riserve, remano all’unisono verso la strada tracciata da Montella, abile non solo sotto l’aspetto tecnico-tattico, ma anche sotto il profilo comunicativo, il che ha dato un senso di fiducia totale nei suoi confronti da parte di tutto l’ambiente.

L’urlo di San Siro al gol di Manuel Locatelli è stato qualcosa di bello, emozionante e, sotto certi punti di vista, nostalgico. Perché era da tanto tempo che, contro la Juventus, non si sentiva un tifo così rossonero. Troppo spesso, la gara casalinga con i bianconeri, è stata vissuta con uno stadio diviso a metà. Sabato no e il primo boato al gol annullato alla Juventus è servito a scaldare le corde vocali per quei due urli, al gol e alla parata di Donnarumma su Khedira, che hanno fatto tremare anche le vetrine del Mc Donald’s di Piazzale Lotto. È stato emozionante anche vedere decidere Milan-Juventus a Manuel Locatelli. Da queste colonne avevo detto, circa tre settimane fa, che mi sarebbe piaciuto vedere il suo processo d’inserimento aumentare secondo la tabella di Montella. L’infortunio di Montolivo ha cambiato le carte in tavola e Manu sta pigiando sull’acceleratore. Sta crescendo in maniera esponenziale, ma deve migliorare ancora in alcune scelte, come lo ha ammonito Montella nel post partita. Sarà, ma se queste sono le basi, allora che ben venga la fretta.

Prima dell’ennesima lode a Gigio Donnarumma, mi vorrei soffermare su quanto sia costato l’undici iniziale del Milan che ha battuto la Juve sabato. Il totale parla di 68 milioni, dei quali 55 spesi lo scorso anno per Bacca e Romagnoli. In pratica, poco più di due terzi di quanto è costato Higuain ai bianconeri. Non vorrà dire nulla come dato, è vero, però ci sono altri temi dentro quella cifra. Il primo è quello che in campo, contro i bianconeri, c’erano quattro prodotti del vivaio milanista. Il secondo è che, nel giusto contesto, anche i giovani possono fare bene, crescere (si veda Niang oltre ai soliti Donnarumma e Locatelli) e diventare anche decisivi. Non è che Milanello, da castello stregato sia diventato il Mulino Bianco, sia chiaro, ma qualcosa è decisamente cambiato sotto tanti punti di vista.

Gigione, Gigione… E’ diventato quasi difficile non scadere in banalità, ma non si può non spendere qualche parola per un portiere che, effettivamente, porta punti ad una squadra. Si dice sempre che la differenza tra un portiere normale ed un grande estremo difensore risieda proprio li, in quella capacità di essere decisivo con una parata, anche se questa arriva al minuto 96. Stupisce come renda semplici, parate difficilissime. La sua fiducia è totale, i margini di miglioramento sono ancora enormi e c’è quel contratto che, a febbraio, lo blinderà in rossonero per i prossimi anni.


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Venerdì 26 Aprile 2024