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Nicholas racconta la famiglia Muzzi: "A casa è derby, papà un modello. E Ramon può arrivare lontano"

di Gabriele Candelori
per Lalaziosiamonoi.it
Fonte Lalaziosiamonoi.it

C’è un altro Muzzi che segna sui campi d’Italia. Una tradizione familiare ereditata dal padre Roberto e trasmessa anche al fratello minore Ramon, attaccante della Primavera di Bonatti. Stesso ruolo di Nicholas, due anni più grande, scuola Roma e ala del Città di Ciampino in Serie D. La squadra in cui giocano tra l’altro Mattia Fiore (ex Primavera) e Mariano Fazio, fratello di Federico. “A dieci anni già sapevo bene chi era papà e conoscevo la sua carriera. Inizialmente mi vergognavo, cercavo sempre di non dire il mio cognome. Anche a scuola, durante l’appello, chiedevo alle maestre di chiamarmi Nicholas e non Muzzi. Ma la sua dimensione non mi ha schiacciato. Avere un padre calciatore è uguale ad averne uno che fa un mestiere qualunque”, racconta il classe ’96 ai canali ufficiali della società. “Gli voglio bene per quello che è, indipendentemente da quello ha fatto, come un qualsiasi figlio ammira il proprio genitore. Io - prosegue - gli ho sempre chiesto molti consigli e lui non me ne ha mai negati, anche se credo di averne soprattutto ereditato la personalità, perché non sempre le sue idee coincidono con le mie. Nonostante poi mi renda conto che sia lui ad avere ragione”.

RAMON, IDOLI E SOGNI - “Detesto perdere, che sia in una partita di calcio o quando gioco alla playstation con mio fratello. Lui ha due anni in meno di me e ora è alla Lazio, dopo aver giocato con Roma e Torino. È attaccante come me, quindi fin da quando eravamo piccoli il nostro confronto era sui gol che riuscivamo a segnare. Pensa che papà, per stimolarci, ci regalava un euro per ogni marcatura: quindi a fine anno il vincitore era decretato da quanto eravamo riusciti a guadagnare. A lui ruberei il cinismo e la freddezza sotto porta, mentre io gli regalerei volentieri la mia velocità e l’abilità nel dribbling. Ma, se devo essere sincero, credo che Ramon sia più forte di me e abbia la possibilità di andare oltre il livello che ho raggiunto”. Nonostante la fede, l’idolo è un ex biancoceleste: “Io tifo Roma. È colpa di mio zio, il fratello di mio padre. Da piccolo mi ha trasmesso questa passione e ha creato il derby in famiglia. Almeno un dispetto dovevo pur farlo…. Papà è sempre stato il modello da seguire, ma da bambino adoravo Hernan Crespo, soprattutto negli anni in cui era alla Lazio”. Nel cassetto un grande sogno: “Esordire in Serie A con la maglia del Torino. In granata ho avuto la fortuna di giocare e la loro storia mi ha sempre appassionato. Sono stato al Filadelfia prima che iniziassero i lavori di ristrutturazione, mi hanno portato a Superga il 4 maggio, quando ricordano la tragedia e la scomparsa della squadra di Valentino Mazzola. Sensazioni uniche, che mettono i brividi”.


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Giovedì 28 Marzo 2024