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Napoli-Juve, uno spettacolo o un'altra culla di polemiche? La strada non è già segnata. Quer pasticciaccio brutto della giustizia sportiva

di Ivan Cardia
per Tuttojuve.com


Si apre la settimana del doppio confronto Napoli-Juventus: domenica sera in campionato, mercoledì in Coppa Italia. Il primo è il più importante e il più atteso, il secondo però può decidere un obiettivo. Guai a sottovalutare i partenopei e l'effetto San Paolo, in entrambi i casi. La semifinale di ritorno, peraltro, sarà un bel test in vista della Champions League: con le dovute proporzioni e sproporzioni tecniche, dal punto di vista ambientale il ritorno in trasferta può presentare difficoltà analoghe. Speriamo che, per una volta, si parli di calcio, quello giocato inseguendo un pallone e non la polemica senza capo né coda, tratto caratterizzante degli ultimi big match nostrani. Si troveranno di fronte la squadra più forte del campionato e quella che gioca il calcio divertente: può essere uno spot per il nostro calcio o l'occasione per lanciarsi in polemiche stantie. È una previsione abbastanza facile immaginare dove si andrà a parare, è successo di recente e senza che vi fosse alcun appiglio. Ma non è una strada già segnata, è una scelta di tutti noi, da chi guarda la partita a chi vive di calcio: possiamo farne una diversa. 


La panchina d'oro, nel frattempo, se l'è presa Sarri. Bene così, immaginiamo che Allegri sia più contento di arricchire la propria bacheca con altri trofei. È anche giusto, perché con una squadra oggettivamente di un livello inferiore Sarri sta facendo qualcosa di molto difficile a farsi e molto bello a vedersi. Complimenti a entrambi: al netto di Antonio Conte, che è qualcosa di diverso perché un tecnico come lui nasce una volta ogni 20 anni, sono i due migliori allenatori del nostro calcio. 


Di indagini, intercettazioni e giudizi preventivi, l'ho scritto l'altra volta, preferirei non parlarne. Però è la notizia del momento, è impossibile non soffermarsi. Anche per mettere due punti qui e lì. Non si tratta di difendere in maniera acritica la Juventus, nessuno mi paga per farlo e anzi andrebbe contro il dovere basilare di un giornalista. Comunque vada a finire la vicenda, però, siamo davanti a un pasticciaccio brutto, bisogna solo capirne la via. La giustizia ordinaria non indaga nessun tesserato, dipendente o membro della Juventus. Anzi, sul versante penale, chiuse le indagini, c'era stata anche qualche ipotesi sui bianconeri come parte offesa. La procura federale, viceversa, ritiene che gli stessi bianconeri abbiano un ruolo almeno da chiarire nel rapporto con la tifoseria. Nel mezzo, la commissione parlamentare antimafia fa il suo dovere e ascolta le parti in ballo, perché qui si sta parlando di qualcosa di molto più importante del calcio. E nel calcio, la criminalità organizzata ha purtroppo tanti interessi, in diversi settori. Non si tratta di benaltrismo, ma di arrivare a una domanda legittima: ogni club professionistico italiano ha rapporti di vario genere con la propria curva. In molti casi sani, in altri molto meno. L'obiettivo di tutti è ripulire le curve, magari non solo quelle, dalla criminalità organizzata. Siamo sicuri che, se al posto della Juventus vi fosse la Longobarda, il livello di attenzione sarebbe lo stesso?


La posizione della Juventus, da un punto di vista di strategia difensiva, è chiarissima: desecretare gli atti di indagine del procuratore Pecoraro. È un basilare diritto della difesa ed è anche la più palese dimostrazione che la Vecchia Signora sente di non aver nulla da temere: se ho paura, non chiedo di togliere le ombre, al massimo mi ci nascondo. Sembra la soluzione più logica, vedremo che succederà. È una richiesta che mira a togliere un velo, non a metterne altri. Che permetterebbe a tutti di discutere con più cognizione di causa. Nel frattempo, la giustizia sportiva mostra ancora le sue lacune e la necessità che si arrivi alla riforma tanto invocata da più parti. 
 


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Mercoledì 24 Aprile 2024