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James Rodriguez, el bandido che ha fatto innamorare la Juve [VIDEO]

di Gianluigi Longari
In questa rubrica presento i migliori giovani talenti in giro per il mondo. Appuntamento settimanale.
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Da qualche tempo, osservando le notizie di mercato riferite a questa o a quell'altra squadra, non si può fare a meno di notare una nidiata di nomi proveniente dal SudAmerica come da ogni altra parte del mondo. Alcuni effettivamente di talento, altri meno, altri ancora dei fallimenti pressoché annunciati: è ovviamente sulla prima categoria che vogliamo porre l'accento, ed in particolare su un talentuoso colombiano che ha tutte le carte in regola per confermare anche nel ben più duro vecchio continente, delle caratteristiche fisiche e tecniche che lo stanno dipingendo come uno dei prossimi campioni di nuova generazione.

James Davìd Rodriguez Rubio, nasce il 12 luglio del 1991 a Cucuta, nel dipartimento colombiano di Norte de Santander. Zona nobile, sportivamente parlando, della Colombia, nota per aver nato i natali alla tennista Fabiola Zuluaga, una vera e propria istituzione da queste parti. La sua parabola calcistica è molto precoce, anche se l'assoluta penuria di strutture all'altezza della situazione portano un talento già evidente fin dai primi approcci, ad essere accolto presso un club professionista con colpevole ritardo. Dopo un girovagare tra diverse realtà locali, infatti, è l'Envigado FC, di Antioquia ad inserire il cristallino ma ancora grezzo talento di James all'interno dei propri quadri giovanili, nel 2006. Uno stile di gioco nato sulla strada, quello di Rodriguez, denso di giocate ad effetto e numeri da circo, che mal si sposano con le immediate esigenze di un club in galleggiamento costante tra prima e seconda serie.

Passano dunque diversi mesi prima di terminare un inevitabile apprendistato, necessario per disciplinare un'irruenza tecnica assolutamente strabordante. I risultati sono palesi fin da subito: a soli 16 anni, El bandido (questo uno dei tanti nomignoli affibbiati al nostro protagonista) si impone come stella della squadra, conducendo i compagni ad un'insperata quanto strepitosa cavalcata che porta alla conquista del campionato di Primera B colombiana, con la conseguente promozione in Dimayor.

E' l'anno della svolta per Rodriguez, che non solo agguanta la prima convocazione con le nazionali giovanili del suo paese, ma si va ad imporre come una delle star assolute dei cafeteros e di tutta la competizione durante il Sub 17 svoltosi in Ecuador. Un risultato importante, che fa da cassa di risonanza all'esplosione di un talento di questa portata.

Ad accaparrarselo sapientemente e con grande anticipo sulla concorrenza,sono i bianco verdi del Banfield, club argentino della provincia di Buenos Aires. El Taladro completa l'acquisto di Rodriguez nel 2008, dando il là alla seconda fase di crescita di un prospetto dai contorni sempre più invitanti. I primi mesi agli ordini di Burruchaga sono duri e di studio, davanti a lui c'è l'idolo di casa, Nicolas Bertolo, ed i margini sembrano sempre più ristretti. Nessun fallimento anticipato, però, perché nel febbraio del 2009, Burruchaga decide che il processo di maturazione di Rodriguez è terminato, e lo getta nella mischia per la prima volta.

Non ne uscirà più. I piccolo colombiano, non ancora maggiorenne, risponde con una schiera di prestazioni al di sopra di ogni aspettativa, arrivando a scrivere il suo nome nei libri di storia del campionato argentino, come il più precoce marcatore straniero nella storia albiceleste. Un finale di Clausura da assoluto protagonista, rende meno amaro l'addio a Bertolo per Palermo, e spinge la dirigenza bianco verde a puntare forte sull'ancora piccolo James.

La nuova guida tecnica Julio Cesar Falcioni (una vita sportiva densa di successi proprio in Colombia), si adegua volentieri alle direttive, e lo proclama padrone assoluto del centrocampo del Banfield. Nessuna pressione particolare per Bam bam (altro "apodo" assegnatogli dai suoi tifosi) che si impone come assoluto idolo del Florencio Sola, regalando con prestazioni strepitose per qualità e continuità, il primo titolo della storia al suo club di appartenenza.
È tripudio. I primi club del vecchio continente iniziano a bussare alla porta di Carlos Attilio Portell, ricevendo però un assoluto "niet" alla possibilità di un trasferimento prima della partecipazione alla Copa Libertadores. A rimanerne particolarmente scottata è l'Udinese, sempre solerte nell'attività di scouting, che deve rinunciare o quantomeno rimandare un acquisto che pareva avere concluso.

La concorrenza, nel frattempo si infittisce: spuntano le inglesi, si fanno avanti altri club italiani, su tutti la Juve, che pare avere mandato il buon Renzo Castagnini in avanscoperta, ricevendo peraltro in cambio relazioni costantemente lusinghiere.

E come biasimarlo? James Rodriguez rappresenta il perfetto compromesso tra talento e quantità. Il colombiano si destreggia con assoluta disinvoltura in tutte le zone del centrocampo, con particolare predilezione per la fascia destra. Ad una corsa e un temperamento non comuni, unisce tecnica finissima ed una poderosa bordata dalla distanza che gli consentono di costituire un pericolo costante per difese e portieri avversari.
Un prospetto di valore su cui vale la pena scommettere.

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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